Regola numero uno: non parlate mai di walkabout
Regola numero due: non dovete mai parlare di walkabout
… ah oopps ho confuso le carte… Allora…
“La più sorprendente scoperta che ho fatto subito dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare!”
Dice Jep Gabardella in “La Grande Bellezza” e mi sono chiesta perchè aspettare anche solo un giorno in più…
Walkabout infatti non è nient’altro che la comunione delle quattro cose che, nella vita, amo di più: viaggiare, sognare, scrivere e fotografare.
Una delle cose che mi capita di sentire piu’ spesso e':” Lei e’ quella che cammina a piedi” come se fosse cosi’ impossibile che va sottolineato due volte!
Il mio contachilometri è arrivato a 2910 effettivi che mi sono fatta A PIEDI da tappa a tappa. Non ho aggeggi inutili come il conta-passi, semplicemente aggiungo giornalmente quelli indicati dal mio navigatore. (in realtà infatti è probabile che siano molti di più dato che spesso mi distraggo e mi perdo o seguo indicazioni che mi portano su sentieri che finiscono nel nulla, in proprietà privata, fiumi senza ponti, lava secca etc.)
Una volta giunta a destinazione se uno mi invita, per esempio, a una festa, a cena, a teatro o a un concerto dall’altra parte della citta’ non gli dico, “si, te vai che ti raggiungo a piedi ” arrivando a festa finita, ma ci vado con qualsiasi mezzo che mi viene messo a disposizione
Per poi rimettermi in strada a PIEDI, la mattina successiva dalla tappa in cui mi sono fermata.
Perché cammino “a piedi”?
- Perché sono a contatto visivo con tutti, non devo scendere da nessun mezzo per avere lo sguardo del mio possibile interlocutore all’altezza del mio.
- Perché in questo modo non mi perdo niente, corono finalmente il sogno di poter fotografare ogni angolo di mondo, perché l’ho visto e ci sono passata. (Cominciando dal mio paese , poi chissà) Bello, bellissimo e l’opposto incorniciano i miei passi.
- Perché camminare e’ una forma di meditazione e stare all’aria aperta mi fa sentire libera.
- Per recuperare il tempo perso sul divano a procrastinare.
Devo ammettere che a parte le entrate di chiese e musei e il passaggio sullo stretto, non ho mai dovuto chiedere nulla. Semplicemente ho imparato dei piccoli stratagemmi per sfamarmi, per esempio se vengo invitata a bere un caffe’ e ho fame magari ordino invece un Crodino così mi spizzico gli aperitivi che vengono portati insieme, se ad una cena ci sono avanzi, li recupero e li porto con me per il giorno successivo.
Inoltre il cammino e’ spesso costellato da alberi da frutto e basta allungare una mano per sfamarsi.
Per dormire ho quasi sempre trovato gente che o sapendo prima o spiegandogli al momento il mio progetto e’ stata entusiasta di aiutarmi.
Invece dove serve un biglietto, spiego il mio progetto con un gran sorriso e i ritagli di giornale che parlano della mia storia alla mano e incredibilmente mai nessuno mi ha rifiutato l’entrata.
Perchè senza soldi?
- Per provare il fatto che per realizzare i propri sogni non siano necessari
- Non voglio comprarmi la fiducia del prossimo, ma guadagnarmela.
- Barattare un tetto per un sorriso, un pasto per un sogno, una storia per un altra storia, un sorriso per una pesca non ha prezzo. I soldi non comprano tutto, e io “vendo” solo ciò che non si può comprare.
- Approfondire una ricerca antropologica sulla solidarietà di una società in crisi.
Il mio viaggio non e’ un viaggio alla ricerca della “bellezza” classica.
Ogni momento delle mie walkabout ha un valore.
Trovo sentieri e mulattiere immersi nel verde o cammino a piedi nudi per le spiagge e sono serena, mi sento tutt’uno con la natura.
Attraverso fiumi di spazzatura e la rabbia che ne scaturisce e’ l’altro lato della medaglia.
Il mio viaggio alla conquista dei sogni pero’ si nutre soprattutto di umanità e i panorami sociali più variopinti sono quelli di cui mi nutro.
Esempio: Taormina, che tutti mi descrivevano come la perla della Sicilia, bella, si ma non mi ha lasciato niente.Corleone e Giarre, una tristemente famosa per la mafia e l’altra per le incompiute, mete sconsigliate dai più, sono sicuramente i luoghi che mi sono rimasti più a cuore.
Sul mio cammino raccolgo i sogni, intesi come desideri.
I sogni mi vengono donati in forma scritta, su un foglio di carta, piegati e inseriti nella mia scatola dei sogni
Se ne può scrivere quanti si vuole, più se ne hanno meglio è!!!
Si può firmare o meno, dipende se lo si vuole rendere pubblico o mantenere anonimo.
Non li leggo subito, quindi se si vuole mantenere anonimo, anchio non saprò a chi appartiene.
La mia funzione è semplicemente quella di raccoglierli, accetto qualsiasi tipo di sogno, dal Fanta-calcio all’amore, dal sesso, alla guarigione etc. Siano positivi o negativi io li raccolgo tutti senza giudicare.
Perché i sogni?
Molte volte ce li dimentichiamo, e per me sono molto importanti, mi capita che chi si trova a doverlo scrivere all’inizio ha un attimo di confusione ma una volta messo giù mi confidano che é più facile di quanto pensassero, mi ringraziano per avergli chiarito le idee e fatto venire a galla qualcosa di nuovo, oppure di sommerso da tempo.
Personalmente mi piace impersonarmi in “Atreyu” ( storia infinita) cercando di salvare fantasia dal nulla cavalcando i miei piedi e ricordando a tutti gli esseri che incontro l’importanza di usare la fantasia che la società contemporanea ha messo in croce da tempo… Chi non sogna è più facile da dominare…Sognare come sottile forma di ribellione.